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La cucina di Antonio e la scrittura di Michaela danno vita a questo sito. Sperando che sia di vostro gradimento, buona navigazione!
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I miei racconti...in italiano

LA BAMBOLA  (dicembre 2014)

“La bambola, la bambola!” invocava la bambina sotto voce, muovendo appena le labbra. Stava in punta dei piedi, aggrappata alla finestra, e cercava di vedere oltre la neve che cadeva soffice. Sapeva che era ancora presto, prestissimo, ma una preghiera silenziosa non poteva guastare. Chissà, forse il Gesù bambino era già nei paraggi e l’avrebbe sentita, e non si sarebbe scordato come negli anni precedenti. Di portarle la bambola. Una vera bambola, non di straccio, non di legno. Una vera bambola, tutta per lei.

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Venti Nodi Zero, marzo 2011, Bollettino letterario online a cura di Studio83, racconto "Quella volta al fiume"

 

QUELLA VOLTA AL FIUME  (2010)

 

         Arrancavo tutto sudato lungo il fiume. Gli scarponi producevano un rumore snervante sulla ghiaia, shkrr - shkrrr, inutilmente cercavo di procedere piano. Il cagnolino di nome Robin, un setter di cinque mesi, stava furiosamente perlustrando i cespugli sulla riva in ricerca di un fagiano. Lo lasciai fare. Era troppo inesperto, troppo giovane, troppo non quel Blu che ho pianto solo qualche settimana fa. Pazienza, mi ripetevo, il cane ha bisogno del suo tempo per diventare bravo, non è né il primo né l’ultimo che devo addestrare.

      Buttai il fucile sulla spalla e mi sbottonai un po’ la camicia. Una giornata così calda, a metà settembre! Con la coda dell’occhio notai una macchia colorata, lassù, sull’argine. I lamponi. Allungai il passo e mi arrampicai fino ai rovi. Robin mi seguì, entusiasta.

      Adoro i lamponi. Ne sento l’odore come un maialino sente quello del tartufo. È l’unica cosa che mi può distrarre durante la caccia. Cominciai a ripulire il rovo. Una manciata a me, un’altra a me, una al cane. Sembrava apprezzasse. Gli sorrisi compiaciuto. Avevo trovato qualcuno con cui condividere le mie passioni, quella della caccia e quella dei lamponi.

      Chissà come, forse perché ero contento, mi passò per la mente di portarne a casa. Mi misi a cercare una bella foglia di bardana per usarla come contenitore. La arrotolai e cominciai ad adagiarci i frutti. Uno a me, uno a Robin, uno nel cono.

 

per continuare la lettura del racconto: vedi qui

 

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Bollettino letterario Venti Nodi

Numero speciale: Zero

Racconti e illustrazioni degli autori alle prime armi

 

Tra i nove racconti scelti

anche il mio racconto

"Quella volta al fiume"

Racconto Il mosto di Bacco”, partecipato al concorso eno-letterario Santa Margerita, 2012

 

IL MOSTO DI BACCO (2012)

 

C'era un vecchio zoppo, sopranominato Bacco. Dai tempi remoti faceva guardiano dei vigneti e delle cantine, scavate nel tufo.

          Viveva lassù in una capanna, passava le sue giornate nei vigneti e nella sua cantina, raccoglieva i funghi, i lamponi e le more, e prendeva le starne e le lepri nelle trappole.

           Stava da solo nel suo paradiso, indisturbato dalle autorità locali. Si raccontava che avesse preso parte in prima guerra, e che le atrocità subite lo mandarono fuori testa. I bambini erano convinti che avesse una gamba di legno, e nessuno li smentiva. Era in continua agitazione, forse perché fumava le sigarette fatte da lui con le foglie di mais e corteccia delle vecchie viti.

           Da quando era cominciata la seconda grande guerra, era sempre pronto con il suo bastone robusto, e aspettava pazientemente il nemico per fargli la pelle e per fargli pagare anche tutti i torti subiti nella guerra precedente.

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Il mio racconto "L'EXTRA" ha partecipato al Concorso Lingua Madre 2013, non è stato selezionato.

 

L'EXTRA  (2012)

 

“Dieci anni fa, quando sono venuta in Italia, ero giovanissima. Dalla questura sono stata subito categorizzata come un’extracomunitaria. Una parola spaventosa. Chiedo scusa ai politici o agli economisti che hanno coniato questo termine, in realtà e per certi usi molto esplicito e preciso. Purtroppo ritengo che non sia stata una scelta linguistica molto felice. La Comunità Europea non è un territorio immutabile nel tempo e nello spazio. Gli extracomunitari di ieri, oggi sono già comunitari. Dichiarare che “il delitto viene attribuito ai delinquenti di origine extracomunitaria” dice poco o nulla, e nello stesso tempo offende profondamente tutta la gente per bene che non ha avuto la fortuna di nascere in un paese diventato comunitario. E’ un extracomunitario anche un americano, un filippino, ma anche uno svizzero. Come mai non si pensa a loro, quando si sente dire l’extracomunitario? Perché si pensa solo ai clandestini, vagabondi, ladri, assassini, prostitute?

 

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Venti Nodi Due, 2013, Bollettino letterario online a cura di Studio83, dedicato all'esordio letterario, racconto “Benvenuti nel Club degli eterni esordienti”

 

BENVENUTI NEL CLUB DEGLI ETERNI ESORDIENTI (2012)


Non mi piacciono i compromessi. Anzi, li detesto. Però, banale ma vero, la vita ne è piena. Sin da piccolo volevo diventare scrittore. Invece avevo affrontato gli studi di medicina, come da desiderio di mia madre. Quando avevo mollato, mi mancavano tre esami. Non ne potevo più. Non mi vedevo per niente con il bisturi in mano. Ripartii da capo. Altri sette anni di vita da studente, ed eccomi qui oggi: l’architetto Sfortunatto, dello Studio associato Berlingacci & Sfortunatto, ai vostri servizi dal 1952. Come da desiderio di mio padre.

   Mi piacciono le donne alte, slanciate, more, di carnagione scura, occhi da cerbiatta, con i piedi minuti. Invece ho sposato una donna piuttosto bassa, pallida, capelli color topo, occhi da topolino, che al posto delle scarpe porta le barche. Quando balli con lei, le pesti sempre i piedi. Ciò nonostante l’ho sposata, e la amo. Almeno credo.

 

per la lettura del racconto: vedi qui

 

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Bollettino letterario Venti Nodi Due

 

"VOGLIO FARE LO SCRITTORE"

 

Tante informazioni e curiosità

sull'esordio letterario

 

Contiene il mio racconto

"Benvenuti nel club degli eterni esordienti"

Aa.Vv. Lingua Madre 2011, Edizioni Seb27,

racconto “Una ragazza dell'Est (Nel paese degli angeli custodi)"

 

UNA RAGAZZA DELL’EST

                   (Il paese degli angeli custodi) (2010)

 

In Italia sono venuta direttamente dal cielo. Cioè non dal Cielo dove stanno i morti, ma dalle nuvole. Sono caduta sulla terra da una Nuvola specifica chiamata Socialismo. L'atterraggio è stato duro, tanto più che la caduta non era stata prevista nel piano quinquennale e non c'erano stati preparativi a riguardo. Il Volo, la Caduta, l’Atterraggio, il Leccarsi Le Ferite sono riassumibili in quattro atti, come un’opera teatrale.

Il primo atto dura solo ventiquattro ore: un pullman diretto a Milano. Nelle tasche neanche una lira: nel 1993 le banche slovacche non la tengono. Sono invece fornita di scellini austriaci. L'italiano, lo sillabo appena. Qui incontro i miei primi angeli custodi: Sara, italiana, che è stata a trovare un'amica a Bratislava, e Nina, slovacca, incinta di tre mesi, che sta tornando dal suo marito, milanese. Al capolinea mi caricano come un cucciolo smarrito su una familiare e mi portano alla Stazione Centrale. Qualcuno fa la fila e cambia i miei soldi in lire. Un altro aspetta davanti ad uno sportello diverso e mi compra un biglietto per Genova. Cercano il treno giusto e mi aiutano a salire, portando di peso le mie brutte valigie. Non li ho mai ringraziati a dovere: lo faccio adesso, sperando che si riconoscano in queste righe.

 

          per l'antologia Lingua Madre 2011 dove il racconto è  pubblicato:      vedi qui

 

Racconto “L’Eredità”, partecipato al concorso eno-letterario Santa Margerita, 2013

 

L’EREDITÀ (2013)

 

Quando avevo 17 anni, era uscito un film su come un americano qualsiasi scoprì di essere l’unico erede al trono di Regno Unito. Non riuscivo a togliermelo dalla testa: chissà perché avevo la convinzione che da qualche parte mi spettasse una favolosa eredità. Mi sognavo i lontani cugini proprietari di miniere di diamanti in Africa e i prozii titolari del brevetto su composizione di Coca-cola. Poi cominciai a stressare mia madre con le domande sui parenti in Australia. Quando lei non ne poté più, mi disse: “Perché quando andiamo a trovare la nonna Marilena, non le chiedi del Clinton?”

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Il mio racconto " OLTRE IL VISIBILE " ha partecipato al Concorso Lingua Madre 2014, non è stato selezionato.

 

OLTRE IL VISIBILE (2013)

 

L’avrei voluta vicino a me, per vederla ogni giorno. Ma quando le accennai di traslocare dalla sua casa in Garfagnana e di venire da me a Pisa, mi fissò con gli occhi mortificati e dalle labbra le uscì un flebile ma udibile “No!”. Allora la lasciai con la sua badante russa che aveva una dote miracolosa, malgrado il suo italiano tutt’altro che perfetto: riusciva a intuire i desideri di mia madre, anche quando questa s’esprimeva con difficoltà.

Come ogni sabato, sono partita da casa per trascorrere qualche ora con lei. È una bellissima giornata, l’aria cristallina, con un sentore di fumo di legna e una lieve traccia di caldarroste. All’improvviso mi rendo conto quanto mi manca questo posto e non biasimo più la mamma per la sua scelta.

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Racconto “Il gelato con la panna”, si è aggiudicato il primo premio

 

al concorso "Ridere per viaggiare", 2014

 

 

Il gelato con la panna (2014)

 

Mia nonna Clara era molto fiera delle sue origini slave. Suo padre, il bisnonno Pavol, è capitato a Bologna chissà come durante la Grande Guerra, e lì è rimasto. Aveva lasciato in eredità alla figlia i suoi zigomi alti e gli occhi verdi, e qualche parola in quella lingua strana che era lo slovacco. La nonna Clara non era mai stata in Cecoslovacchia. Dopo la caduta del muro di Berlino aveva espresso diverse volte il suo desiderio di visitare almeno una volta nella sua vita il paese dove aveva le radici.

 

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Aa.Vv. Lingua Madre 2012, Edizioni Seb27,

                             racconto “Il profumo della domenica

 

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Leggi la poesia "Salendo al Duomo (in una mattina d'estate)"
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